“I Presìdi sono progetti di Slow Food che tutelano piccole produzioni di qualità da salvaguardare, realizzate secondo pratiche tradizionali.”
Il territorio e la varietà
L’oliveto – circa un ettaro con quasi 150 olivi (80% secolari e i restanti di circa 90 anni) di varietà Pennulara – si trova a circa 300 metri di altitudine. Il territorio è collinare, il clima è temperato e il terreno è argilloso e calcareo. La Pennulara è una cultivar autoctona calabrese coltivata prevalentemente nell’alto crotonese.
La coltivazione
Il terreno si fertilizza annualmente con concimi organici. Le erbe spontanee si trinciano e si lasciano in campo per arricchire il terreno di sostanza organica e limitare la perdita d’acqua dal suolo. Non si pratica l’irrigazione e, per il controllo dei parassiti e delle malattie, in caso di necessità si utilizzano prodotti a base di rame.
La raccolta
Ad ottobre, quando le drupe raggiungono circa il 30% dell’invaiatura (ossia l’inizio della maturazione contraddistinto dal mutamento del colore), si esegue la raccolta a mano con l’utilizzo di attrezzature agevolatrici che provocano la caduta delle olive su reti distese a terra. Subito dopo, le olive si raccolgono manualmente, si ripongono in cassoni in plastica forata e si trasportano in frantoio.
La lavorazione
Si esegue entro 6 ore dalla raccolta nel frantoio a ciclo continuo dell’agriturismo Grancia del Vurdoj, situato a Cuccuri, a circa 5 chilometri dall’oliveto. Le olive lavate si frangono e la pasta ottenuta si gramola e passa nel decanter a tre fasi.
La conservazione e il confezionamento
L’olio extravergine di oliva Pennulara si filtra, si conserva in cisterne in acciaio inox e si imbottiglia in vetro scuro.